Anche l’Hellas Verona vanta ora una proprietà statunitense. Si tratta del fondo texano Presidio, che per rilevare il team scaligero ha versato 130 milioni di euro nelle casse di Maurizio Setti. Con questa operazione i veneti si vanno ad aggiungere a Roma, Atalanta, Inter. Milan, Fiorentina, Parma e Venezia, cui si va ad affiancare anche il Bologna retto da un canadese. Naturalmente, una presenza così massiccia di capitali provenienti dall’altra parte dell’oceano spinge più di un osservatore a porsi una precisa domanda: cosa può comportare tutto ciò per il nostro sport nazionale? E, soprattutto, quali sono i vantaggi di questo vero e proprio cambio della guardia?
Dallo scouting agli algoritmi
Il calcio concepito dagli statunitensi sembra essere molto diverso dal modello storico europeo. A sancire la diversità è l’utilizzo degli algoritmi. Già in gran voga nella finanza, ora rischia di tracimare nel calcio europeo (anche la Premier League vanta dieci proprietà statunitensi). Un modello molto diverso, anche dal punto di vista culturale, rispetto a quello in voga in Europa. Ove i giocatori non sono scelti dall’intelligenza artificiale, ma formati con grande attenzione nei vivai, per poi essere lanciati sul campo.
Un modello, quello basato sugli algoritmi, che peraltro non sta dando grandi soddisfazioni alla Roma, la prima ad aver imboccato la strada dei capitali statunitensi. I giallorossi stanno ancora scontando i danni fatti dall’incauta scelta di Ivan Juric, chiamato a sostituire Daniele De Rossi dopo appena quattro giornate. Nel corso dei 54 giorni trascorsi sulla panchina capitolina è riuscito a inanellare una serie di sconfitte mortificanti, svuotando completamente la squadra che soltanto ora mostra segnali di risveglio con Claudio Ranieri.
L’algoritmo alla base della scelta di Juric è anche lo stesso che ha segnalato Florent Ghisolfi, il direttore sportivo segnalatosi per la strana acquisizione di Enzo Le Feè, prelevato in estate dal Rennes a 23 milioni di euro e prestato da pochi giorni al Sunderland, con obbligo di riscatto condizionato, a 24. Una vicenda che l’ex talent scout del Nizza potrebbe pagare a caro prezzo. Ormai da giorni, infatti, si rincorrono le voci che vorrebbero al suo posto Sean Sogliano, attualmente al Verona. Che potrebbero essere spazzate via solo da un cambio di passo sul mercato. Tutto a ritmi rapidissimi, come è d’uso nella finanza. Nel calcio, però, questo nuovo modello rischia di fare più danni della grandine…