Il calcio è lo sport più popolare in assoluto a livello mondiale. E lo è già dal ventesimo secolo, quando si affermò come sport popolare per eccellenza, anche grazie alle emozioni dispensate in gran numero dalle partite disputate in ogni parte del globo. Tra di esse, però, ne spiccano alcune, capaci di restare impresse nella memoria di milioni di persone e di entrare a pieno titolo nella cultura popolare. Qui di seguito andiamo a citare le dieci più belle in assoluto, a nostro parere.
Manchester City-Queen Park Rangers 3-2, 13 maggio 2012
“La mia vita rovinata dal Manchester United” è un libro scritto da Colin Shindler, in cui si racconta la frustrazione di tifare Manchester City in una città ove lo United cumulava un successo dietro l’altro. Il 13 maggio del 2012, però, finalmente i tifosi dei Citizens iniziano a invertire la rotta, grazie alla rocambolesca vittoria della loro squadra contro il QPR, che ne sancisce la vittoria in Premier League proprio ai danni dei cugini. Una vittoria arrivata però nella maniera più rocambolesca, ovvero nei minuti di recupero, quando Dzeko e Aguero segnano le reti del sorpasso.
Liverpool-Milan 3-3 (3-2 ai calci di rigore), 25 maggio 2005
Una partita destinata a restare alla stregua di un incubo, per i tifosi del Milan. I rossoneri, infatti, dopo essere andati sul 3-0 con le reti di Maldini, Crespo e Kakà danno la pratica ormai archiviata. Un errore catastrofico, in quanto i Reds approfittano di sei minuti di follia collettiva del team meneghino per riportare in equilibrio la contesa con le reti di Gerrard, Smicer e Xabi Alonso. A completare la frittata sono poi i rigori, con ben tre errori milanisti su cinque.
Italia-Brasile 3-2, 5 luglio 1982
La partita simbolo dei mondiali di Spagna del 1982. La gara sancisce il ritorno di Paolo Rossi ai livelli di quattro anni prima, dopo la squalifica conseguente al calcioscommesse. L’attaccante toscano, sino a quel momento in ombra, si scatena letteralmente e mette a segno una tripletta che ne conferma le doti di rapinatore d’area. Rendendo inutili le reti di Socrates e Falcao e introducendo gli azzurri alla fase finale di un mondiale poi vinto in finale contro la Germania.
Svezia-Brasile 2-5, 29 giugno 1958
Il 29 giugno del 1958 il mondo del calcio inizia a fare i conti con la leggenda di Pelè. Il primo atto in tal senso va in onda allo Rasundastadion di Solna, quando l’ancora diciassettenne Perla Nera distrugge la retroguardia scandinava consegnando la prima Coppa Rimet al Brasile e cancellando lo choc di otto anni prima, al Maracanà. Un vero e proprio show, culminato nel goal del 3-1, realizzato con tanto di sombrero al malcapitato Gustavsson.
Inghilterra-Brasile 3-6, 25 novembre 1953
La gara in cui nasce la leggenda della grande Ungheria. I magiari arrivano a Wembley sull’onda della medaglia d’oro alle Olimpiadi dell’anno precedente, ma ancora non molto conosciuti dal grande pubblico. Compresi i 100mila spettatori dello stadio londinese, convinti che i Leoni di casa sbraneranno gli avversari. La boria svanisce già al primo minuto, quando senza mai far prendere palla ai padroni di casa l’Ungheria si porta in vantaggio con Hidegkuti. L’Inghilterra pareggia con Mortensen, ma è solo un’illusione, con l’Ungheria padrona del campo e capace di segnare sei reti in meno di un’ora.
Roma-Juventus 5-0, 15 marzo 1931
È la gara che racchiude il mito della Roma di Testaccio. Allenata dall’inglese William Garbutt e piena di giocatori romani, a partire dai grandi Ferraris IV e Bernardini, la squadra capitolina demolisce letteralmente la Juve dei cinque scudetti consecutivi. Le reti di Lombardo, Volk, Fasanelli e la doppietta di Fuffo danno il via alle celebrazioni, ispirando un film di Mario Bonnard e la celebre canzone di Testaccio che inizia così: “Campo Testaccio, c’hai tanta gloria”…
Inter-Milan 6-5, 6 novembre 1949
Forse la più bella partita di ogni epoca, per la nostra Serie A. La stracittadina di Milano si risolve in un vero e proprio duello rusticano, in cui sono le difese ad avere la peggio, anche perché chiamate a contenere attaccanti che rispondono ai nomi di Nyers, Amadei, Lorenzi e Wilkes da una parte (Inter), e Nordhal dall’altra, affiancato dai connazionali Liedholm e Green nella formazione del celebre Gre-No-Li. A siglare le reti la tripletta di Amadei, la doppietta di Nyers e Lorenzi per i nerazzurri, Candiani (2), Nordhal, Liedholm e Annovazzi per il Milan.
Real Madrid-Eintracht Francoforte 7-3, 18 maggio 1960
Una gara che non si sarebbe neanche dovuta disputare. La federazione tedesca, infatti, aveva proibito a qualsiasi squadra ad essa facente riferimento di incontrare compagini che schieravano Ferenc Puskas. L’ungherese, infatti, aveva accusato la nazionale teutonica di essersi drogata per vincere la finale dei mondiali 1954. Fu necessaria una lettera di scuse per rendere possibile lo svolgimento della gara, in cui però, l’attaccante magiaro sfogò tutta la sua frustrazione con ben quattro goal. Cui si accompagnarono le tre segnature di Di Stefano, rendendo del tutto vane le reti tedesche.
Inghilterra-Italia 3-2, 14 novembre 1934
La gara è nota come la battaglia di Highbury, denominazione abbastanza beffarda, considerata la collocazione temporale tra le due guerre mondiali. A renderla tale la voglia dei Leoni di dimostrare la loro superiorità sul resto del mondo, dopo la rinuncia ai Mondiali italiani. Un atto di spavalderia e di arroganza che spinge gli azzurri di Vittorio Pozzo, vincitori della kermesse iridata, a non smontarsi neanche una volta rimasti in dieci dopo soli sei minuti, a causa della frattura riportata da Luisito Monti in uno scontro con Drake. I padroni di casa scappano sul 3-0, con le reti dello stesso Drake e una doppietta di Brooke. Il tutto in appena sei minuti. Ma a fare le veci anche di Monti è uno straordinario Ferraris IV, onnipresente e capace di sospingere i suoi alla controffensiva. Il suo celebre “Dalla lotta chi desiste fa una fine molto triste, chi desiste dalla lotta è ‘n gran fijo de ‘na mignotta” ispira i compagni che riescono a ridurre le distanze con una doppietta di Meazza e ad uscire tra gli applausi del pubblico di casa.
Italia-Germania 4-3, 17 giugno 1970
La semifinale dei mondiali messicani del 1970 è la partita del secolo, un vero e proprio pezzo di storia del costume. Accade quasi tutto nei supplementari, dopo che la Germania ha pareggiato all’ultimo minuto la rete d’apertura di Boninsegna, con il milanista Schnellinger. La Germania passa in vantaggio con Gerd Muller, subendo però il sorpasso azzurro per opera di Burgnich e Riva. Ancora Muller sigla il pareggio, ma nell’azione successiva subisce la rete decisiva, di Rivera. Dando la stura al celebre coro “Riva, Rivera, Brasile sotto tera”, vanificato dalle scelte di Ferruccio Valcareggi in finale.